Ci sono momenti e circostanze particolari come quelle dell’emergenza planetaria che stiamo vivendo che ti fanno scrutare con occhi diversi la realtà; guardi i volti delle persone vicine che ami e che puoi stringere in un abbraccio come una compagna o una splendida figlia e prendi forza per fare qualcosa che avresti voluto fare e che hai sempre rimandato: raccontare qualcosa di te e delle tue origini.
Lo faccio oggi consegnando, a chi mi segue, la storia di una firma e dell’inchiostro indelebile che ognuno di noi porta dentro di se : La memoria.
Qualche premessa; Dopo 15 anni d’esperienza come fotografo professionista, il mio nome, Gabriele Forti è diventato abbastanza riconoscibile; e ad essere sinceri sono molte le persone che hanno apprezzato l’entusiasmo e la dedizione che ho messo in ogni progetto fotografico; altrettanti hanno chiesto da dove nascesse tutta questa verve per l’obiettivo; ebbene nella mia biografia spesso ho fatto un accenno al passato, alla mia passione incontrollabile per la fotografia, ma senza uscire mai troppo allo scoperto, a volte, lasciando agli altri solo la possibilità di leggere tra le righe. Di fatto ho sempre indossato una corazza di riservatezza e solo le persone con una spiccata sensibilità hanno saputo cogliere qualcosa in più dietro questo folle AMORE per la fotografia, che mi ha reso un perfezionista geloso dei miei scatti ma anche un responsabile conservatore di immagini.
Voglio condividere dunque un frammento importante di vita, quella che porta il nome di mio padre, che non è più tra noi, Gabrio.
Gabrio Forti, il mio “super babbo”ci ha lasciati, purtroppo, quando io avevo appena un anno. Posso dire di aver accolto i suoi baci, i suoi abbracci, ma non posso ricordarlo, ero troppo piccolo. Sono poi passati gli anni, crescendo ho preso consapevolezza sempre di più di quanto mi mancasse e quanto fosse fondamentale la sua figura, quella di padre, che purtroppo, il destino aveva portato via, lontano da me. Quando sei ragazzo cerchi di ricostruire, di mettere insieme i tasselli di una storia e setacci informazioni, ti chiedi come fosse stato tuo padre, se ti somigliasse, di come potevamo essere belli insieme; la fantasia inizia a lavorare, costruisci immagini mentali, ti inchiodi al pensiero.
Passava il tempo, e tutto ciò, non mi bastava; consapevole del fatto che nulla avrebbe potuto sostituirlo, tanto meno la mia immaginazione di adolescente, insoddisfatto, un giorno, iniziai a frugare in quelle scatole dei ricordi che tutte le famiglie hanno, ma che la mia aveva nascosto per arginare il dolore della perdita.
In una di quelle scatole ritrovai però questa foto, l’unica foto che mi ritrae con lui. Un solo scatto che oramai conta 40 anni ed insieme a quello un filmato con riprese girate da mano inesperta e con mezzi assai rudimentali degli anni 80, ma per me dal valore inestimabile perché li c’era il volto di babbo Gabrio.
Pochi istanti davanti a questo scatto, immerso in un silenzio senza tempo, bastarono per capire l’importanza della memoria e di riflesso l’importanza di un’immagine fotografica che ne simulava l’essenza; poi tutto, improvvisamente, mi fu chiaro; capii cosa volevo fare da grande:
IL FOTOGRAFO!
Non ci sarebbero stati lavori, contratti importanti, o chi sa quale altra cosa a farmi cambiare idea; Decretai in quel frangente, di voler essere un fotografo per davvero! Questa foto, si proprio questa che vedete, è riuscita a darmi una forza e una determinazione inimmaginabili ed ha suscitato in me emozioni cosi potenti da convertire un momento duro e di smarrimento del passato in un’esperienza creativa e ricca di fascino quale è il mio lavoro, la mia professione. Ho capito fin da subito che nei mie scatti ci sarebbe stato qualcosa di più, non dico la perfezione tecnica che si può sempre acquisire con il tempo e la perseveranza, bensì un’attenzione speciale per le persone, per il loro animo in dialogo con quello di altri, un amore profondo per la memoria, che prende corpo con una pellicola.
Così ho iniziato a fotografare, e lo faccio ogni volta con la medesima delicatezza e sensibilità di chi è consapevole che sta sfiorando la bellezza di attimi di vita irripetibili. In quel momento la mia mente è un tutt’uno con l’obiettivo ed è pronta a cogliere nella scena, solo quegli elementi formali la convergenza dei quali si risolve in un’indelebile emozione.
Possedere fotografie è un dono unico, in nessuna casa, mai dovrebbero mancare; questo posso affermarlo a gran voce!
Questa lunga premessa era necessaria affinché potessi spiegare al meglio quanto segue ovvero la “paternità” della mia nuova firma digitale con la quale autenticherò tutti i futuri scatti fotografici. Convinto ormai che la firma-logo fino ad oggi in uso non mi appartenesse più (in parte perché era un font fra i molti esistenti e che tutti potevano usare o emulare) durante i mesi di stop dovuti all’emergenza sanitaria sono andato alla ricerca di vecchie lettere e dischi musicali di mio padre. Sono stato mosso dall’idea di recuperare la sua calligrafia e partire dal suo tratto grafico per sviluppare la mia nuova firma cosciente di condividere con lui quasi la totalità del nome ( lui Gabrio , io Gabriele).
Sono stato fortunato proprio sull’etichetta di un disco in vinile degli anni ‘80 del suo cantautore preferito, Lucio Battisti, ho rinvenuto la trascrizione di alcuni versi della lirica stessa seguiti da una sua nitidissima firma; non ho atteso molto prima di chiamare un amico grafico per incaricarlo di recuperare e digitalizzare la grafia di Gabrio.
Di seguito alcuni passaggi del progetto grafico che hanno portato alla rielaborazione dell’intera firma artistica. Come noterete è stata recuperata la firma di GABRIO omettendo la lettera O e aggiungendo le lettere mancanti ( ELE )che completano il mio nome GABRI ELE
Sono finalmente soddisfatto di aver dato un “anima” e un’originalità alla mia firma artistica; in queste poche lettere GABRI-ELE è sigillata l’unione tra me e mio padre; quel padre che sono certo ha vegliato sempre su di me come un custode invisibile e che è stato ispirazione persino per questo lavoro. Aver desiderato con ardore di poterlo vedere e ritrovarne la foto unica che mi ritrae con lui mi ha portato qui, ad essere un fotografo, ad amare il mio lavoro, a viverlo con emozione reale consapevole che uno scatto fotografico è anche un dono di se stessi.
Da un anno a questa parte anch’io sono padre di una meravigliosa figlia che insieme ad un altrettanto meravigliosa compagna cresciamo. Si chiama Adele e da quando è venuta alla luce il mio futuro ha un nome, il suo!
Sono certo che mi capirete se in questa nuova firma (nel mio nome di nascita GABRI-ELE) vedrò l’abbraccio più intimo tra un amato passato GABRI (O) e un amato presente che si fa futuro (AD) ELE con cui autenticare le cose fatte con amore: Le Fotografie!
Un caro saluto, Gabriele
