Una riflessione fotografica sulla costruzione della memoria e dell’identità comunitaria
Il progetto fotografico di Gabriele Forti, giunto alla sua nuova edizione, si inserisce pienamente nel dibattito contemporaneo sulle forme di rappresentazione della memoria collettiva. Non si tratta semplicemente di una mostra, ma di un gesto condiviso che coinvolge il paese e le sue persone in un’azione corale di riconoscimento, appartenenza e restituzione visiva dell’identità. In questo senso, il lavoro di Forti è anche un modo per ridare valore ai volti, per fissarli nel tempo e nello spazio come parte essenziale della storia della comunità.
L’aggiunta di nuovi ritratti non rappresenta un semplice ampliamento della raccolta, ma l’estensione naturale di un racconto in divenire: i volti, compresi quelli di chi non c’è più, continuano ad abitare lo spazio della mostra con la stessa forza emotiva. Ne nasce un insieme vivo, che non conserva soltanto il passato, ma riattiva costantemente la memoria collettiva, rendendola presente, riconoscibile, condivisibile.
Il progetto agisce così su due piani: da un lato dona dignità al singolo individuo, dall’altro costruisce un ritratto corale della comunità, una narrazione fatta di volti, espressioni e storie quotidiane. In questo modo, la fotografia diventa anche un lavoro sulla memoria, capace di coniugare bellezza, emozione e testimonianza.
Il titolo della mostra — Personalità e Personaggi — riflette proprio questa doppia dimensione. Le persone ritratte sono, sì, parte reale della comunità, ma diventano anche figure che rappresentano qualcosa di più grande di loro, elementi di una storia collettiva. In questo senso, Forti propone una visione aperta e inclusiva, dove ogni soggetto ha lo stesso valore, sia esso noto o meno, presente o assente, visibile o dimenticato.
Il riferimento etimologico al termine “persona” – che richiama l’antica maschera teatrale – apre a una riflessione interessante: ogni volto ritratto è al tempo stesso una presenza reale e una maschera, un modo con cui l’individuo si mostra agli altri, ma anche una soglia oltre cui si intuisce qualcosa di più profondo. Le fotografie di Forti riescono a far emergere proprio questa doppiezza, e a restituirla con delicatezza e rispetto.
Il volto, nella sua semplicità e complessità, non è solo un’immagine: è uno spazio di passaggio tra ciò che vediamo e ciò che sentiamo, tra ciò che è detto e ciò che rimane inespresso. Ogni ritratto diventa così un invito all’ascolto silenzioso, un’apertura verso l’altro. In particolare, lo sguardo – elemento centrale del progetto – ci interpella direttamente. Gli occhi delle persone fotografate sembrano guardarci davvero: ci chiedono attenzione, partecipazione, empatia.
La mostra assume allora il carattere di una piccola scena teatrale, dove ogni volto è protagonista. L’intero paese si trasforma idealmente in un palcoscenico, e la comunità ritrova nei ritratti il senso del proprio stare insieme, della propria storia condivisa. Il progetto si presenta così come una forma di teatro del reale, che non inventa ma rivela, non recita ma osserva.
Personalità e Personaggi si offre quindi come un gesto artistico e sociale, capace di interrogare chi guarda su temi fondamentali: chi siamo? come vogliamo essere ricordati? cosa resta di noi nei volti degli altri?
La fotografia diventa, in questo contesto, uno strumento umano, che aiuta a costruire relazioni, a tenere viva la memoria e a rafforzare il senso di appartenenza.
La fotografia diventa, in questo contesto, uno strumento umano, che aiuta a costruire relazioni, a tenere viva la memoria e a rafforzare il senso di appartenenza.
Gabriele Forti, con il suo sguardo attento e sincero, non si limita a documentare. Condivide. Dona. E attraverso i suoi ritratti, ci permette di riconoscerci e di ritrovare negli altri una parte di noi stessi.
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Testo critico a cura del Dott. Stefano Andrei
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- Gabriele Forti Photographer
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- 00027 Persepers Gabrieleforti Piancastagnaio
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